Capiamo dunque che un tipo di attività fisica anche di moderata intensità possa aiutare, non tanto alla cura, quanto alla diminuzione di problematiche legate all’aumento dei fattori di rischio dovuti a tale problematica (es. frattura ossea).
Studi effettuati tra il 1996-2015 dimostrano inoltre la sicurezza di tali attività, sia a basso impatto, come può essere la camminata, sia l’utilizzo di esercizi che prevedano il sovraccarico progressivo, presentando dunque una maggior intensità. La seconda tipologia si presta maggiormente all’aumento dei benefici sopra citati, purché sia effettuata sempre prestando attenzione alla cura del movimento, si evidenzia comunque la possibilità di praticare tali attività anche per soggetti ad alto rischio (es. donne in fase post menopausa).
La longevità nella pratica dell’attività fisica rimane comunque la chiave per poter prevenire al meglio il rischio di calo di densità minerale ossea, sottolineando che tali benefici sono riscontrabili anche per soggetti che non presentano alti fattori di rischio, si dimostra che l’attività fisica deve rientrare nella sfera delle abitudini quotidiane atte al miglioramento della qualità di vita.