Chi decide di iniziare un percorso di dimagrimento deve partire dal presupposto che non tutte le diete sono uguali così come non tutte le persone sono uguali; la dieta ideale deve essere il più possibile personalizzata, infatti il nutrizionista deve essere come un sarto e cucire su misura il piano alimentare più adatto alla persona che ha di fronte.
Gli elementi di cui tener conto sono tantissimi, si parte senza dubbio dall’inquadrare il paziente in relazione a sesso, età, peso e altezza; quindi è ovvio che una dieta elaborata per un uomo di 30 anni e 100 kg di peso non potrà mai essere adattata a una donna di 65 anni e 75 kg. Importante è poi la correlazione tra peso e altezza per ottenere il cosiddetto indice di massa corporea (BMI) ma ancora più rilevante è l’analisi della composizione corporea: due soggetti con lo stesso BMI possono avere caratteristiche fisiche e di conseguenza esigenze alimentari estremamente diverse a seconda del tipo di struttura corporea e della quantità di muscolatura presente. Il risultato di queste analisi permette di comprendere se ci si trova in una condizione di sottopeso, normopeso, sovrappeso ed obesità e di adattare di conseguenza il programma dietetico.
Una volta esaminati questi parametri di base, meglio se supportati anche da analisi del sangue, è necessario comprendere l’obiettivo che si vuole raggiungere, cioè se c’è bisogno di una dieta per dimagrire velocemente o al contrario per aumentare di peso (es. nell’anoressia).
La dieta va poi personalizzata in relazione all’attività fisica svolta sia per tipologia di sport che per intensità e programma di allenamento, ad esempio esistono diete specifiche per chi va in palestra e desidera aumentare la massa muscolare o diete per sportivi che si dedicano ad attività di resistenza (es. maratoneti) che necessitano di ridurre al minimo la massa grassa.
Vi è poi tutto il grande capitolo della dieta personalizzata in relazione alle varie patologie, quindi ad esempio una dieta per soggetti con dislipidemia (cioè colesterolo alto o trigliceridi alti) in cui l’obiettivo sarà ridurre il più possibile l’introito di grassi saturi (principalmente quelli di origine animale) o una dieta specifica per pazienti diabetici in cui invece sarà di vitale importanza bilanciare l’assunzione di carboidrati (soprattutto pane, pasta e dolci ma anche patate e frutta come uva o mandarini) anche eventualmente in relazione alla terapia farmacologica assunta.
Si può quindi affermare con certezza che la dieta perfetta non esiste, ogni piano va calibrato attentamente considerando tutte le variabili del caso.
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